PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA
2022 Seyla Costantino
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La nascita è per definizione un lieto evento, spesso quando si pensa alla maternità si immagina un periodo caratterizzato esclusivamente da gioia e serenità per chi la vive e si fa fatica a capire perché una neomamma dovrebbe star male in un momento del genere. In realtà la maternità rappresenta un momento delicato, in quanto comporta un nuovo ruolo che va appreso progressivamente e che come qualunque altro cambiamento comporta sempre un'elevata quota di stress.
Nel periodo post partum circa l’85% delle donne manifesta un qualche tipo di disturbo dell’umore. Per la maggior parte i sintomi sono lievi, di breve durata e si risolvono spontaneamente; il 15% delle donne sviluppa invece sintomi più significativi di depressione o ansia.
Gran parte delle nuove mamme sperimenta un fenomeno noto come “baby blues”. Consiste in un calo dell’umore che colpisce i giorni successivi al parto, accompagnato da ansia, tristezza, pianto, sentimenti di inadeguatezza nei confronti delle cure da prestare al bambino e viene innescato dal brusco calo di ormoni che fisiologicamente interessa il corpo femminile dopo il parto e dal forte stress psico-fisico legato al travaglio e al parto. I sintomi hanno durata di una o due settimane e poi, nella gran parte dei casi, scompaiono naturalmente. Importante sostenere la neomamma, rassicurarla rispetto al nuovo ruolo e alle difficoltà che può incontrare.
A volte però, la tristezza persiste e diventa una vera e propria depressione post partum, un disturbo che colpisce il 10-15% delle mamme e si manifesta in genere dai primi mesi al primo anno dopo il parto. I sintomi possono essere simili al “baby blues” ma con diversa intensità e durata.
Quali sono i sintomi della depressione post partum?
• Stanchezza, mancanza di energia e sensazione di essere esausta;
• Difficoltà di concentrazione;
• Irritabilità (aggressività espressa sia con le parole sia con il comportamento);
• Disturbi del sonno (difficoltà ad addormentarsi o risveglio precoce al mattino);
• Tristezza e pianto incontrollato, instabilità dell’umore;
• Difficoltà nel prendere decisioni;
• Perdita di interesse o di piacere nel fare le cose;
• Sentimenti di colpa eccessivi, nel non sentirsi la “mamma modello” che si era immaginato in gravidanza;
• Sentimenti di inadeguatezza (paura di non farcela a prendersi cura del bambino);
• Disturbi fisici come dolori, debolezze muscolari;
• Non riuscire a provare emozioni nei confronti del bambino;
• Paura di restare sola con lui;
• Tensione e panico (ansia espressa anche attraverso palpitazioni o vertigini, paure esagerate);
• Tendenza all’isolamento e al ritiro dalle interazioni col bambino oppure agitazione inquieta caratterizzata da mancanza di rispetto per i suoi ritmi;
• Senso di disperazione e pensieri costantemente pessimisti, a volte pensieri sulla morte;
• Disturbi alimentari (perdita di appetito o di peso oppure aumento di appetito o di peso);
Per questo disturbo non è possibile individuare un’unica causa, ma vi sono una serie di fattori di rischio (ormonali, fisici, sociali, psicologici e cognitivi) che potrebbero aumentare la possibilità di svilupparlo.
La depressione post partum non va trascurata, in quanto se arriva ad avere sintomi di notevole entità può essere pericolosa per l’incolumità della madre stessa e del bambino. Tuttavia non bisogna dimenticare che, anche in casi meno estremi, gli effetti possono comunque andare ad incidere sulle dinamiche familiari, aumentando il rischio di conflitti coniugali e riducendo la possibilità di sviluppare una buona sintonia con il bambino.
E' importante che la donna possa essere supportata dal partner, dai parenti e dall’intervento di uno specialista, psicologo psicoterapeuta, che possa aiutare la madre, e di conseguenza il neonato, a ritrovare un equilibrio per poter vivere al meglio questa delicata fase della vita.