PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA
2022 Seyla Costantino
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Gli attacchi di panico si manifestano con un'improvvisa e intensa paura in assenza di un reale pericolo, accompagnata da sintomi somatici e cognitivi (paura di impazzire, di perdere il controllo, paura di morire). Generalmente raggiungono rapidamente l’apice e sono di breve durata (di solito 10 minuti o meno).
I sintomi più comuni sono:
• tachicardia o palpitazioni, a volte associati a dolori al torace;
• sensazione di mancanza d'aria;
• capogiri, sensazione di stordimento, debolezza con impressione di perdere i sensi;
• aumento della sudorazione oppure brividi, legati a repentini cambiamenti della temperatura corporea e della pressione;
• parestesie, più comunemente rappresentate da formicolii o intorpidimenti nelle aree delle mani, dei piedi e del viso;
• nausea, sensazioni di chiusura alla bocca dello stomaco;
• rossore al viso
• tremori o scatti.
Inoltre, durante questa esperienza si possono avere le seguenti sensazioni:
• paura di perdere il controllo;
• paura di impazzire;
• paura o convinzione di essere sul punto di morire
• crisi di pianto.
Una caratteristica associata è il forte desiderio di fuggire dal luogo in cui si sta manifestando l’attacco di panico. Inoltre il panico può spaventare a tal punto da diventare oggetto di preoccupazione anticipatoria, la persona può iniziare a temere di avere nuovi attacchi di panico. Si può sviluppare la tendenza ad evitare una serie di situazioni che vengono considerate dalla persona come “a rischio di attacco di panico” esempio evitare i luoghi in cui gli attacchi di panico si sono già verificati, evitare luoghi dove risulta difficile svincolarsi o uscire e poter tornare in posti familiari.
Secondo il modello del circolo vizioso del panico vi è uno stimolo scatenante esterno oppure interno che viene percepito come minaccioso e attiva così le sensazioni somatiche del panico come ad esempio dolori al petto, palpitazioni, tremore, fame d’aria, iperventilazione ecc. Dopodiché vi è un’interpretazione catastrofica delle sensazioni mentali e somatiche che accompagnano questa preoccupazione ad esempio “non respiro… e se mi sento male? Mi sta venendo un infarto?”. Tutto ciò porta ad un incremento della preoccupazione, cioè si acuiranno le sensazioni somatiche, fino a causare un vero e proprio Attacco di Panico.
Invece, se si mettono in atto evitamenti o comportamenti protettivi le manifestazioni negative diminuiranno con la conseguenza di una cronicizzazione dell’ansia.
Come attestato da diversi studi empirici, attualmente la psicoterapia più efficace per il Disturbo di Panico è quella cognitivo-comportamentale. Prevede una serie di fasi quali la psicoeducazione al disturbo, che consiste nel fornire al paziente informazioni su come funziona il disturbo, in particolare sulle modalità di insorgenza e come si manifesta, il ricostruire l'evento e la manifestazione iniziale ed attuale del disturbo, l'insegnamento di tecniche per la gestione dei sintomi e dell'ansia.
Il percorso mira ad integrare le emozioni, cognizioni e sensazioni corporee del soggetto ansioso per dargli un nuovo senso e significato all’interno della propria storia di vita. Questo pone il soggetto nella condizione di comprendere il significato della sua ansia, permettendogli di gestire lo stato di disagio e condurre un'esistenza soddisfacente.